Ieri mattina io ed Eleonora siamo partiti da Brema poco dopo le 10:00 a su una Fiesta del Car Sharing con a bordo due violoncelli: la giornata era serena, il cielo azzurro intenso decorato da puffosi cumuli.
Per prima cosa ci siamo recati nel paesello di Ottersberg, dove ho ritirato un bel bancomat (2 x
+ 6 x
, nuovo dot), poi siamo andati all'appuntamento col liutaio che doveva prendere e in consegna uno dei due strumenti e dare una controllatina al ponticello del secondo. Terminate le pratiche musicali, abbiamo fatto rotta verso Amburgo con l'idea di andare da Ikea per prendere degli articoli che a Brema non erano disponibili.
La Fiesta del Car Sharing è una macchina di tutto rispetto e ha divorato le lande della Bassa Sassonia sui 150-160 km/h, così siamo arrivati felicemente da Ikea Hamburg Meerfleet, ignari di quello che ci aspettava.
Per prima cosa siamo andati a mangiare le polpettine, che a me piaccino tanto, soprattutto se affogate di salsa ai Preiselbeeren, i mirtilli rossi europei (vaccinium vitis-idaea), molto diversi dai loro cugini sfigati nordamericani, l'insipido cranberry (vaccinium macrocarpon). Quando la Laurasia si spaccò in due, alcune decine di milioni di anni fa, i mirtilli presero cammini diversi: i nordamericani si presero l'insulso cranberry e gli europei si tennero il ghiotto Preiselbeere.
Insomma, digressioni geologiche a parte, prendiamo le polpettine e cerchiamo il distributore di Preiselbeeren, ma guarda qui guarda là non si scorge: disperazione prossima al panico, chiedo ad una inserviente che mi dice che qui a Moorfleet non ci si serve da soli a cuccihiaiate, ma si viene serviti in modiche quantità prima della cassa. Io la blandisco in ogni modo e alla fine riesco ad ottenere due microscopiche stille di salsina.
Con la delusione nello stomaco, andiamo ai bicchieri, andando a cercare i bicchieri SKOJA arancioni, che però sono al momento fuori catalogo, ci sono solo verdi, azzurri e incolori. Porca paletta, noi ci siam fatti 100 km solo per quei bicchieri e lo stendino da doccia, pazienza, passiamo oltre.
Prendiamo alcuni articoli minori, disponibili anche a Brema ma giusto che ci siamo prendiamoli e infine andiamo al grande protagonista: lo stendipanni MULIG a quattro ripiani da doccia. Al piano inferiore ci dicono di andare di sopra, al piano di sopra ci dicono di andare di sotto e dopo un po' di ulteriori palleggi arriviamo infine ad un commesso che con molta cortesia ci comunica che l'ultimo è stato preso cinque minuti prima.
Il rientro nel parcheggio è funereo e tempestoso (anche il cielo si va rabbuiando). Armati di cellulari connessi ad internet battiamo tutti i cataloghi delle Ikee nel raggio di 200 km scoprendo che tutte quante hanno esaurito il famoso MULIG a quattro piani da doccia, l'unica che ce l'ha è Groningen, a 300 km di distanza e poi bisognerebbe tornare indietro a Brema (altri 200 km) : per prima cosa, non ci si fa coi tempi, secondo il percorrere centinaia e centinaia di km solo per uno stupido stendipanni ci sembra un po' da idioti, così con le pive nel sacco decidiamo di ritornare a Brema.
Lungo la strada del ritorno, superiamo il bivio per Buxtehude, cittadina lungo il fiume Elba dalla quale vorrei tracciare per il semplice motivo che porta lo stesso nome di Dietrich Buxtehude, compositore ed organista del XVII secolo nonché maestro organista della Marienkirke di Lubecca. Nel 1705, il giovane Johann Sebastian Bach venne apposta a piedi a Lubecca per ascoltare un suo concerto.
Insomma, non passiamo da Buxtehude ma tiriamo dritto sino a Sittensen, dove decido di uscire dall'autostrada per prendere un nuovo dot; le cateratte del cielo si aprono e viene giù acqua in abbondanza, raggiungo la Sparkasse e la pioggia si muta in grandine, ma almeno il dot, cavolo, almeno il dot! Esco dalla macchina incurante della percussione di ghiaccio e mi procuro 1 x
+ 7 x
per poi ripartire alla volta di Brema.