Ovviamente con "merci dozzinali" intendevo merci di scarso contenuto tecnologico e/o bassa specializzazione della produzione. Esempio stra-abusato il tessile, appunto.
Non scordiamoci che quel grande export degli anni 70/80 era frutto di una combinazione non solo di politiche che miravano a risultati immediati (non so se con l'esatta coscienza di quello che avrebbero comportato nei decenni futuri
) ma anche di condizioni storiche favorevoli*: eravamo protetti da pesantissimi dazi che hanno tenuto lontano dai mercati che contavano i competitori che oggi comandano (
ma chi lo poteva sapere che il muro di Berlino sarebbe caduto così alla svelta e che a Marrakech nel 1994 il WTO avrebbe sancito l'inevitabile, interrompendo quell'insieme di condizioni che davano vantaggi e affari anche al manifatturiero italiano, rendendo sostenibile lo stato delle cose in Italia?)
(*tra leggenda e realtà la frase di Andreotti: "amo così tanto la Germania che mi piace vederne due")
Per quanto riguarda Libero e i giornali inglesi.
Senza fare polemiche: a chi ha certe opinioni fa piacere leggere di certi argomenti, a chi ne altre, no. Potrei fare un intervento chilometrico su quel che penso di Libero, di chi lo scrive e di che opinione ha mediamente chi lo scrive di chi lo legge. Sintetizzo dicendo che è un giornale che punta molto sull'impatto immediato dei titoli (quasi sempre giochini di parole infantili, utilizzo di soprannomi e nomignoli, battutine fredde). Libero non è mai stato ne europeista ne pro-euro. Ma, dopo che per mesi ha criticato il non interventismo di Berlusconi, ora che Berlusconi è riapparso in pubblico ed è intervenuto, fa di tutto per avvallare ogni suo argomento, questo compreso.
Riportando un articolo della stampa estera che sostiene una tesi più volte sostenuta da Berlusconi, gli da autorevolezza? "ecco la ricetta degli inglesi" , come se l'opinione di un giornale fosse l'opinione di un Paese intero o del suo Governo.
... come se i giornali inglesi riportassero i titoli di Libero spacciandoli per la linea del nostro Governo. I giornali inglesi, dunque, anche loro, non rappresentano certo il Governo. Che per quanto euroscettico e peso insostenibile nell'Unione coi suoi veti, non si permette certo di fare considerazioni del genere.
The Telegraph poi, se vogliamo andare a vedere... appartiene a tali fratelli Barclay, pluri-imputati di evasione fiscale, bancarottieri di professione, ufficialmente residenti e proprietari in una delle Channel Islands... Storicamente è un giornale conservatore, ma visto il nuovo editore, immagino gli scrupoli della nuova linea editoriale e gli opinion-maker che ci scrivono!!!!