"La vita scorre tranquilla come sempre"...
L'immobile danneggiato nell'incidente di cui sopra è stato riparato e trasformato in una specie di punto informazioni turistiche, mentre la casetta dell'ex-posto di controllo italiano giace come prima in stato di abbandono. Sono attualmente in corso i lavori per eliminare il tratto di marciapiede al centro della carreggiata in cui era piazzata la guardiola della postazione italiana, operazione già eseguita da anni sul lato sloveno, quindi l'ultimo lavoro che rimane da fare per dare un aspetto decente al valico è l'eliminazione della grossa quanto ormai inutile tettoia che ancora copre il confine.
L'area del valico del Rafut (fotografato da claudio vda a pag.3) è stata riasfaltata ed è stato aggiunto un prolungamento della pista ciclabile slovena attraverso la via. La casetta dell'ex-posto di controllo italiano è stata ristrutturata ma per ora non è utilizzata (pare volessero/vogliano farci un museo del vecchio contrabbando transfrontaliero). Dei cartelli sottolineano che il tutto è stato fatto nell'ambito dell'accordo di cooperazione Interreg (
http://www.ita-slo.eu/programma/programmazione_14_20/ ), co-finanziato dall'UE, e che quella è una delle tappe del
Percorso permanente transfrontaliero GOSP, comprendente anche Piazza Transalpina/Trg Evrope.
Anche nella nostra ben nota piazza è tutto divertente come al solito: non passa praticamente giorno che qualche turista (singoli, famiglie o intere comitive) non vengano a vederla, radunandosi per le immancabili foto sulla piastra centrale del mosaico. Capita a volte che qualcuno, disorientato dalla configurazione generale del luogo e non essendosi ancora accorto della piastra, chieda se il confine è proprio quello lì o se prima lì c'era davvero "un muro". Come sempre per percepire meglio l'ambiente ed avere una visuale migliore trascinavo sul confine una delle due panchine piazzate ai bordi del lato italiano e mi accomodavo esattamente sopra di esso per rilassarmi bevendo qualcosa ed osservando.
Questa volta mi è capitato di assistere anche al caso forse più estremo di questo disorientamento quando un membro di un piccolo gruppo di persone d'aspetto fisico non-europeo che passava dal lato italiano è venuto a chiedere "
Dov'è l'Italia?". Chi gli ha risposto ha spiegato che è "
Di là", indicando dal mosaico con ampio gesto del braccio la parte dove stavano loro.
Comunque sono lontani i tempi in cui la Slovenia non era ancora in Schengen e nonostante ciò la piazza, che come sappiamo è una specie di zona pedonale, non veniva ancora usata come parcheggio, per cui qualche automobilista lì giunto a curiosare spesso se ne fregava dei divieti e spostava uno dei vasi di cemento coi fiori per passare oltre. Visto che questo sport dello spostamento degli ostacoli floreali sul confine era molto diffuso, da un po' i vasi li hanno piazzati su due piccoli zoccoli di cemento a forma di parallelepipedo per rendere difficile lo spostamento, perchè a tentarci si rovescerebbero su un lato. Quindi adesso i fortunati che possono idealmente portare avanti la tradizione, fregandosene di questo divieto di passaggio ormai pur solo viabilistico, sono i motociclisti, che come sempre da quando la piazza esiste nella sua forma attuale spesso non si disturbano ad allungare fino al valico per cambiare stato.
European soul, European pride.