Buon 9 maggio, Europe Day!

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Moderator: ravestorm

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ART
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Buon 9 maggio, Europe Day!

Post by ART »

Il 9 maggio è celebrato ufficialmente dal 1985 come "Festa dell'Europa" o "Giorno Europeo", il corrispondente europeo di una festa nazionale.
In questo giorno si commemora l'inizio del processo d'integrazione europea, avviato il 9 maggio 1950 con la Dichiarazione Schuman, ideata da Jean Monnet anche se presentata dal ministro degli esteri francese Robert Schuman.
La Dichiarazione è una proposta per l'istituzione a breve termine di quella che nel 1951 sarebbe diventata la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio), ovvero la messa in comune delle riserve di carbone e acciaio dei membri aderenti e la loro progressiva unione sempre più stretta in campo economico in modo da gettare le basi concrete per una futura unione federale degli stati.

Dietro l'apparenza di un semplice trattato economico in realtà l'idea di Monnet era rivoluzionaria, perchè il carbone e l'acciaio all'epoca erano materie prime fondamentali per una nazione: come se oggi dei paesi che hanno finito da non molto di combattere una guerra mettessero in comune il loro petrolio e il loro gas, e gli stati europei uscivano da un conflitto enormemente devastante e sanguinoso. La prima parte della Dichiarazione Schuman, sotto riportata, è una specie di costituzione che avvia il processo d'integrazione europea, specificando apertamente e chiaramente metodo e obiettivo finale: cominciare a rendere materialmente impossibile un'altra guerra e unificare economicamente l'Europa per creare la base concreta di una futura federazione europea.

(Jean Monnet)
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La pace mondiale non potrà essere essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.
Il contributo che un'Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. La Francia, facendosi da oltre vent'anni antesignana di un'Europa unita, ha sempre avuto per obiettivo essenziale di servire la pace. L'Europa non è stata fatta: abbiamo avuto la guerra.

L'Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L'unione delle nazioni esige l'eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania: l'azione intrapresa deve concernere in prima linea la Francia e la Germania.
A tal fine, il governo francese propone di concentrare immediatamente l'azione su un punto limitato ma decisivo.
Il governo francese propone di mettere l'insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un'organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei.
La fusione delle produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione europea, e cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime.

La solidarietà di produzione in tal modo realizzata farà si che una qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile. La creazione di questa potente unità di produzione, aperta a tutti i paesi che vorranno aderirvi e intesa a fornire a tutti i paesi in essa riuniti gli elementi di base della produzione industriale a condizioni uguali, getterà le fondamenta reali della loro unificazione economica.
Questa produzione sarà offerta al mondo intero senza distinzione né esclusione per contribuire al rialzo del livello di vita e al progresso delle opere di pace. L'Europa, con maggior copia di mezzi, sarà in grado di proseguire nella realizzazione di uno dei suoi compiti essenziali: lo sviluppo del continente africano.
Sarà così effettuata, rapidamente e con mezzi semplici, la fusione di interessi necessari all'instaurazione di una comunità economica e si introdurrà il fermento di una comunità più profonda tra paesi lungamente contrapposti da sanguinose scissioni.

Questa proposta, mettendo in comune le produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità, le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace.
Last edited by ART on Mon May 08, 2017 11:57 pm, edited 12 times in total.
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ART
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Re: La festa del 9 maggio

Post by ART »

AUGURI!



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giammarco
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Re: La festa del 9 maggio

Post by giammarco »

Auguri a tutti gli Europei!!!!
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claudio vda
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Re: La festa del 9 maggio

Post by claudio vda »

Auguri! :D

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sen-chuan
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Re: La festa del 9 maggio

Post by sen-chuan »

claudio vda wrote:Auguri! :D

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.. come direbbe isabetta... Ti lovvo!!!!
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isabetta
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Re: La festa del 9 maggio

Post by isabetta »

sen-chuan wrote:.. come direbbe isabetta... Ti lovvo!!!!
Con doppia V, mi raccomando :D
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claudio vda
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Re: La festa del 9 maggio

Post by claudio vda »

sen-chuan wrote: .. come direbbe isabetta... Ti lovvo!!!!
Martin Schulz, presidente dell'Europarlamento, ha fatto qualche tweet in merito al rilancio dell'Unione. Non li ho ritwittati dall'account di EBT per rispetto di quelle persone che non condividono le opinioni di Schulz, in fondo EBT siamo tutti noi, con le nostre diverse idee e sensibilità politiche.
Io però le condivido, e ho ritwittato dal mio account personale :wink:
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Re: La festa del 9 maggio

Post by ART »

Quest'anno il 9 maggio l'hanno festeggiato pure a New York: la delegazione dell'UE all'ONU ha acceso di blu e giallo l'Empire State Building! :lol:

http://www.eu-un.europa.eu/articles/en/ ... 691_en.htm" onclick="window.open(this.href);return false;

Galleria fotografica: http://www.eu-un.europa.eu/gallery/inde ... 13---9-May" onclick="window.open(this.href);return false;
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Re: La festa del 9 maggio

Post by claudio vda »

ART wrote:Quest'anno il 9 maggio l'hanno festeggiato pure a New York: la delegazione dell'UE all'ONU ha acceso di blu e giallo l'Empire State Building! :lol:
Addirittura? 8O
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Re: La festa del 9 maggio

Post by ART »

Si, del resto anche molte ambasciate di stati UE all'estero fanno dei festeggiamenti.
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claudio vda
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Re: La festa del 9 maggio

Post by claudio vda »

ART wrote:Si, del resto anche molte ambasciate di stati UE all'estero fanno dei festeggiamenti.
Non mi stupivo del fatto che le ambasciate UE festeggino, mi stupivo del fatto che negli USA accendessero l'Empire S. B. per una festa non loro...
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Re: La festa del 9 maggio

Post by ART »

Beh, non credo che abbiano seri motivi per opporsi, in fondo si tratta di una ricorrenza di paesi alleati. E poi negli anni '50 sono stati anche loro grandi sostenitori dell'unità europea, anche se la vedevano solo in un'ottica anti-sovietica.
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Re: La festa del 9 maggio

Post by ART »

Ed ecco un'immagine da lontano della Torre Eiffel con la tradizionale illuminazione blu di festeggiamento a maggio di quest'anno:

http://doveviaggi.corriere.it/mediaObje ... eiffel.JPG" onclick="window.open(this.href);return false;
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Re: La festa del 9 maggio

Post by ART »

Nonostante il casino di questi anni la battaglia per il nostro futuro continua...


BUON 9 MAGGIO!

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Re: Buon 9 maggio!

Post by ART »

Jean Monnet era venuto alla carica anche prima del 9 maggio: prima ancora aveva ispirato l'importante quanto poco conosciuta dichiarazione del 16 giugno 1940, che se accettata avrebbe cambiato il corso della storia vedendo la nascita dell'unità europea.

Nel giugno 1940 le truppe francesi ed alleate che si battevano contro i nazisti erano sfinite: il generale Maxime Weygand, comandante delle forze armate francesi, riteneva impossibile proseguire la guerra ed era dunque favorevole a chiedere l’armistizio, mentre il solo giovane generale De Gaulle con pochi altri era favorevole alla prosecuzione. In questa drammatica situazione Paul Reynaud, capo del governo francese, riferì a Churchill che il governo lo aveva incaricato di sondare le intenzioni britanniche nel caso la Francia intendesse richiedere l’armistizio. Il Primo Ministro britannico rispose che la Francia avrebbe dovuto proseguire la guerra a fianco degli inglesi: anche se avesse perduto l’intero territorio metropolitano la lotta avrebbe potuto continuare dal nord Africa francese, Algeria, Tunisia e Marocco, dove il governo si sarebbe potuto trasferire.
Contemporaneamente Churchill sollecitò Reynaud ad inviare un appello urgente al presidente Roosvelt per sollecitare l’intervento degli USA. La risposta di Roosvelt fu sconfortante: riconosceva ed ammirava l’eroismo dei francesi, avrebbe incrementato gli sforzi per inviare agli anglo-francesi aiuti in armi e materiali, ma non poteva dichiarare immediatamente guerra alla Germania perchè la costituzione degli Stati Uniti vietava al Presidente di prendere da solo una decisione così importante.

In seguito Churchill s'incontrò con De Gaulle, secondo il quale per convincere il governo francese a proseguire la guerra sarebbe stato necessario inviare a Reynaud una proposta davvero audace: la proclamazione di un’unione federale, predisposta da Jean Monnet con la collaborazione di Sir Robert Vansittart, il Mag. Desmond Morton e Renè Pleven.
Il progetto fu esaminato da Churchill, che in un primo momento non lo approvò, ma vista la gravità della situazione cambiò presto idea: il documento fu approvato dal governo di guerra inglese e il 16 giugno De Gaulle fu autorizzato a trasmetterlo telefonicamente a Reynaud.


DICHIARAZIONE DI UNIONE

In quest'ora così grave della storia del mondo moderno, il Governo del regno unito e la Repubblica Francese si dichiarano indissolubilmente uniti e incrollabilmente risoluti a difendere in comune la giustizia e la libertà contro l'asservimento a un sistema che riduce l'umanità alla condizione dei robot e degli schiavi. I due Governi dichiarano che Francia e Gran Bretagna in avvenire non saranno più due nazioni ma una sola Unione franco-britannica. La costituzione dell'Unione comporterà organismi comuni per la difesa , la politica estera e gli affari economici. Ogni cittadino francese godrà immediatamente della cittadinanza in Gran Bretagna, ogni suddito britannico diventerà un cittadino francese. I due paesi sosterranno in comune la riparazione dei danni di guerra, in qualsiasi luogo essi saranno stati causati, e a questo scopo verranno impegnate ugualmente come un tutto unico le risorse dell'uno e dell'altro. Durante il corso della guerra non ci sarà che un solo Gabinetto di Guerra e tutte le forze della Gran Bretagna e della Francia, sia di terra che di mare e dell'aria, saranno poste sotto la sua direzione. Esso avrà sede dove riterrà di poter governare più utilmente. I due parlamenti saranno ufficialmente fusi, Le nazioni che costituiscono l'impero britannico formano già nuovi eserciti. La Francia manterrà le sue forze disponibili in terra, mare e cielo. L'Unione fa appello agli Stati uniti e chiede loro di sostenere le risorse economiche degli Alleati e di apportare alla causa comune l'aiuto della loro forza materiale. L'unione concentrerà tutte le sue energie contro il potere nemico, ovunque venga data battaglia. In questo modo vinceremo.



Ma le speranze affidate a questo documento, extrema ratio per convincere il governo francese a desistere dalla richiesta d’armistizio, andarono deluse.
Era stato accolto dal depresso Primo Ministro francese con grande soddisfazione, sicuro che con quella carta in mano sarebbe riuscito a convincere il governo a proseguire la guerra. Si avviò per leggere il documento al Presidente della Repubblica Albert Lebrun che si trovava in seduta con il governo, ma la sua lettura non ebbe l’effetto sperato: il gruppo disfattista contrario al proseguimento del conflitto, capitanato dal vecchio Maresciallo Pétain, che Reynaud aveva imprudentemente imbarcato nel suo governo, si dichiarò assolutamente contrario all’Unione anglo-francese, definita “piano dell’ultimo minuto”, “tranello”, “progetto per imporre una tutela britannica alla Francia o portarle via l’Impero coloniale e relegarla al rango di Dominion”, concludendo che “l’unione con la Gran Bretagna era la fusione con un cadavere”.
Alla fine il sentimento dominante in seno al Consiglio fu di rigetto della proposta che, neppure messa ai voti, cadde da sè.
il giorno dopo Reynaud, stremato dalla tensione cui era sottoposto da tanti giorni, mandò le dimissioni al Presidente della Repubblica: il 22 dello stesso mese i plenipotenziari di Francia, pur senza aver ottenuto lo svincolo ufficiale della Gran Bretagna degli obblighi contratti con l’intesa anglo-francese del 28 marzo 1940, firmarono l’armistizio con i tedeschi.
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