Danimarca nell'Euro?!?!
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Danimarca nell'Euro?!?!
Da "ilsole24ore.com"
La Danimarca rivoterà sull'adozione dell'euro
di Adriana Cerretelli
La Danimarca torna all'ovile europeo con partnership piena, rinunciando alle quattro grandi deroghe su euro, difesa comune, affari interni e di giustizia e cittadinanza europea, pretese nel 1993 per digerire il Trattato di Maastricht, dopo il gran rifiuto del '92? Se così sarà, dopo la fine della crisi istituzionale e la rimonta economica dell'Unione, sarà il primo segnale politico positivo e finalmente in controdendenza in un'Europa che da anni non riesce più ad avere consenso e fiducia dei suoi cittadini.
«È opinione del Governo che nel corso dei 4 anni di questa legislatura il Paese sia chiamato a votare sui nostri opt-out dalla cooperazione europea, che ormai danneggiano gli interessi del Paese. Spetta ai danesi decidere», ha dichiarato ieri alla tv il premier, Anders Fogh Rasmussenn, a poco più di una settimana dalle elezioni che l'hanno riconfermato per la seconda volta in sei anni alla guida della coalizione di centro-destra.
Secondo l'ultimo sondaggio effettuato ai primi di settembre, oggi il 52% dei danesi è favorevole all'ingresso nell'euro. Che invece nel 2000 fu bocciato con il 53% dei voti. Come mai? L'Europa di oggi non suscita più da nessuna parte (Inghilterra esclusa) il timore del super Stato. In compenso, siccome sette anni fa la Danimarca divorziò di diritto, ma non di fatto dall'euro, ha finito per scoprire tutti gli svantaggi della sua scelta. La corona è infatti agganciata allo Sme2, oscilla dentro la fascia del 2,25% in più o in meno e segue quasi in tempo reale la politica dei tassi della Bce. In breve, non è nella moneta unica, ma si comporta come se ci fosse, subendone passivamente le decisioni. Con un bilancio in surplus del 4%, un debito al 25%, un'inflazione all'1,7%, la Danimarca ha tutti i parametri di Maastricht più che in ordine. Se lo volesse, potrebbe entrare nell'euro anche domani, senza che nulla cambi per la sua economia.
Di sicuro però un cambiamento di rotta così clamoroso, in un'Europa che continua a trastullarsi con il gioco degli opt-out, provocherebbe un effetto a catena. Perlomeno nei Paesi nordici. Prima di tutto in Svezia, che a sua volta disse no all'euro, ma ora starebbe riflettendo su un'eventuale marcia indietro. E poi in Norvegia e Islanda: i due Paesi scandinavi fuori dall'euro e dall'Unione da tempo hanno contatti riservati con Bruxelles per studiare come entrare nella moneta unica europea senza aderire alla Ue. Insomma, con un piccione danese, l'euro potrebbe catturarne altri tre: tutte economie ricche, industrializzate ed estremamente competitive.
Per ora comunque non è chiaro quando si terrà il referendum a Copenaghen. Rasmussen ieri non si è sbilanciato sulla data. Però ha ribadito di volere al più presto la ratifica del nuovo Trattato Ue sulle riforme per poi condurre un'analisi approfondita sull'impatto dei quattro opt-out. Dopo di che arriverà il referendum, secondo alcuni già verso la fine del 2008 (con ingresso nell'euro nel 2009, forse insieme alla Slovacchia). Perché, si sussurra a Copenaghen, a quel punto Rasmussen, un europeista convinto, potrebbe dimettersi per candidarsi alla presidenza del Consiglio europeo.
La Danimarca rivoterà sull'adozione dell'euro
di Adriana Cerretelli
La Danimarca torna all'ovile europeo con partnership piena, rinunciando alle quattro grandi deroghe su euro, difesa comune, affari interni e di giustizia e cittadinanza europea, pretese nel 1993 per digerire il Trattato di Maastricht, dopo il gran rifiuto del '92? Se così sarà, dopo la fine della crisi istituzionale e la rimonta economica dell'Unione, sarà il primo segnale politico positivo e finalmente in controdendenza in un'Europa che da anni non riesce più ad avere consenso e fiducia dei suoi cittadini.
«È opinione del Governo che nel corso dei 4 anni di questa legislatura il Paese sia chiamato a votare sui nostri opt-out dalla cooperazione europea, che ormai danneggiano gli interessi del Paese. Spetta ai danesi decidere», ha dichiarato ieri alla tv il premier, Anders Fogh Rasmussenn, a poco più di una settimana dalle elezioni che l'hanno riconfermato per la seconda volta in sei anni alla guida della coalizione di centro-destra.
Secondo l'ultimo sondaggio effettuato ai primi di settembre, oggi il 52% dei danesi è favorevole all'ingresso nell'euro. Che invece nel 2000 fu bocciato con il 53% dei voti. Come mai? L'Europa di oggi non suscita più da nessuna parte (Inghilterra esclusa) il timore del super Stato. In compenso, siccome sette anni fa la Danimarca divorziò di diritto, ma non di fatto dall'euro, ha finito per scoprire tutti gli svantaggi della sua scelta. La corona è infatti agganciata allo Sme2, oscilla dentro la fascia del 2,25% in più o in meno e segue quasi in tempo reale la politica dei tassi della Bce. In breve, non è nella moneta unica, ma si comporta come se ci fosse, subendone passivamente le decisioni. Con un bilancio in surplus del 4%, un debito al 25%, un'inflazione all'1,7%, la Danimarca ha tutti i parametri di Maastricht più che in ordine. Se lo volesse, potrebbe entrare nell'euro anche domani, senza che nulla cambi per la sua economia.
Di sicuro però un cambiamento di rotta così clamoroso, in un'Europa che continua a trastullarsi con il gioco degli opt-out, provocherebbe un effetto a catena. Perlomeno nei Paesi nordici. Prima di tutto in Svezia, che a sua volta disse no all'euro, ma ora starebbe riflettendo su un'eventuale marcia indietro. E poi in Norvegia e Islanda: i due Paesi scandinavi fuori dall'euro e dall'Unione da tempo hanno contatti riservati con Bruxelles per studiare come entrare nella moneta unica europea senza aderire alla Ue. Insomma, con un piccione danese, l'euro potrebbe catturarne altri tre: tutte economie ricche, industrializzate ed estremamente competitive.
Per ora comunque non è chiaro quando si terrà il referendum a Copenaghen. Rasmussen ieri non si è sbilanciato sulla data. Però ha ribadito di volere al più presto la ratifica del nuovo Trattato Ue sulle riforme per poi condurre un'analisi approfondita sull'impatto dei quattro opt-out. Dopo di che arriverà il referendum, secondo alcuni già verso la fine del 2008 (con ingresso nell'euro nel 2009, forse insieme alla Slovacchia). Perché, si sussurra a Copenaghen, a quel punto Rasmussen, un europeista convinto, potrebbe dimettersi per candidarsi alla presidenza del Consiglio europeo.
- starcapitan
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ho letto anch'io l'articolo qua : http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLi ... iew=Libero
ciao,andrea

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- WinstonSmith
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La fonte (il Sole 24 ore) fa ben sperare sull'accuratezza, ma fatico a capire come un referendum nella seconda metà del 2008 (che peraltro dovrebbe essere convocato in gran fretta, perché la Danimarca è un paese civile e là non si può indire un referendum dalla sera alla mattina) potrebbe portare a un ingresso nel 2009 (che dovrebbe essere ratificato dall'Ecofin a luglio 2008, se non erro)...
- claudio vda
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Re: Danimarca nell'Euro?!?!
La notizia che la Danimarca sta ripensando al proprio rapporto con l'Euro, in vista di un possibile ingresso, mi sembra positiva per vari motivi, e non mi riferisco naturalmente alle hits, ma a motivi di carattere politico.
La Danimarca ha un florido stato sociale ed un'ottima politica nel campo delle energie rinnovabili, un suo avvicinamento potrebbe esserci di sprone, anche se forse molto alla lontana.
Quello in cui spero da tanti anni, anche se molti amici non sono d'accordo, e' un vivo rafforzamento della struttura europea, soprattutto a livello istituzionale: molte competenze dovrebbero essere trasferite dall'ambito nazionale a quello europeo, ma per fare cio' bisognerebbe che il governo dell'unione non fosse un semplice punto di compromesso dei vari governi nazionali, ma un vero e proprio governo federale.
Cosi' come la Germania e' composta di vari lander, ma i punti chiave della politica sono decisi da organi federali, analogamente io vorrei che succedesse per l'Europa, e se non penso ad una Repubblica Federale Europea, poco ci manca.
Sino ad ora sono prevalse rivalita' nazionali, si pensi all'obbrobrio del diritto di veto che troppe volte ha paralizzato ogni decisione, quasi che invece di tante democrazie, assistessimo allo scontro di piccoli ducati cinquecenteschi.
Mi rendo conto che non tutti condividono le mie idee "federaliste", ma penso che se gli attuali scheiramenti politici riuscissero a sfondare i limiti nazionali, cosa che iniziano faticosamente a fare, ne trarrebbero giovamento tutti.
Un progetto portato avanti da Prodi, Zapatero, Royal oppure uno portato avanti da Casini, Merkel, Sarkozy, tanto per fare qualche esempio di vario colore, ma se ne potrebbero fare altri, avrebbero sicuramente un maggiore respiro ed una maggiore efficacia degli attuali.
Naturalmente una ipotetica repubblica federale europea dovrebbe avere un governo eletto dai cittadini, come ora noi eleggiamo i nostri governetti nazionali; spero che la diminuzione dell'euroscetticismo della danimarca sia un ulteriore passettino in questa direzione, anche se un passo molto piu' importante sarebbe la abolizione del diritto di veto.
La Danimarca ha un florido stato sociale ed un'ottima politica nel campo delle energie rinnovabili, un suo avvicinamento potrebbe esserci di sprone, anche se forse molto alla lontana.
Quello in cui spero da tanti anni, anche se molti amici non sono d'accordo, e' un vivo rafforzamento della struttura europea, soprattutto a livello istituzionale: molte competenze dovrebbero essere trasferite dall'ambito nazionale a quello europeo, ma per fare cio' bisognerebbe che il governo dell'unione non fosse un semplice punto di compromesso dei vari governi nazionali, ma un vero e proprio governo federale.
Cosi' come la Germania e' composta di vari lander, ma i punti chiave della politica sono decisi da organi federali, analogamente io vorrei che succedesse per l'Europa, e se non penso ad una Repubblica Federale Europea, poco ci manca.
Sino ad ora sono prevalse rivalita' nazionali, si pensi all'obbrobrio del diritto di veto che troppe volte ha paralizzato ogni decisione, quasi che invece di tante democrazie, assistessimo allo scontro di piccoli ducati cinquecenteschi.
Mi rendo conto che non tutti condividono le mie idee "federaliste", ma penso che se gli attuali scheiramenti politici riuscissero a sfondare i limiti nazionali, cosa che iniziano faticosamente a fare, ne trarrebbero giovamento tutti.
Un progetto portato avanti da Prodi, Zapatero, Royal oppure uno portato avanti da Casini, Merkel, Sarkozy, tanto per fare qualche esempio di vario colore, ma se ne potrebbero fare altri, avrebbero sicuramente un maggiore respiro ed una maggiore efficacia degli attuali.
Naturalmente una ipotetica repubblica federale europea dovrebbe avere un governo eletto dai cittadini, come ora noi eleggiamo i nostri governetti nazionali; spero che la diminuzione dell'euroscetticismo della danimarca sia un ulteriore passettino in questa direzione, anche se un passo molto piu' importante sarebbe la abolizione del diritto di veto.
- claudio vda
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In attesa di sfondare quota 1,50 contro il dollaroSpinoza wrote:E poi un'entrata della Danimarca, che vi ricordo non e' affatto vincolata da Maastricht ad adottarlo, farebbe sicuramente da traino per la Svezia, che invece e' obbligata ma finora ha sempre rimandato alle calende greche.



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Re: Danimarca nell'Euro?!?!
Condivido al 100% quello che dici: io alla "Repubblica Federale Europea" ci penso eccome, senza mancarci poco e da un pezzo.claudio vda wrote:Quello in cui spero da tanti anni, anche se molti amici non sono d'accordo, e' un vivo rafforzamento della struttura europea, soprattutto a livello istituzionale: molte competenze dovrebbero essere trasferite dall'ambito nazionale a quello europeo, ma per fare cio' bisognerebbe che il governo dell'unione non fosse un semplice punto di compromesso dei vari governi nazionali, ma un vero e proprio governo federale.
Cosi' come la Germania e' composta di vari lander, ma i punti chiave della politica sono decisi da organi federali, analogamente io vorrei che succedesse per l'Europa, e se non penso ad una Repubblica Federale Europea, poco ci manca.
Personalmente non ho fiducia nei politici, che sono troppo legati a lobbies ed interessi particolari: credo che per arrivare a qualcosa di concreto bisogna spingere molto di più dal basso, anche se lorsignori onorevoli fanno di tutto per evitare di aprire dibattiti seri su questo argomento fondamentale per il nostro avvenire (guarda ad esempio cosa succede alle elezioni europee...)claudio vda wrote:Mi rendo conto che non tutti condividono le mie idee "federaliste", ma penso che se gli attuali scheiramenti politici riuscissero a sfondare i limiti nazionali, cosa che iniziano faticosamente a fare, ne trarrebbero giovamento tutti.
Un progetto portato avanti da Prodi, Zapatero, Royal oppure uno portato avanti da Casini, Merkel, Sarkozy, tanto per fare qualche esempio di vario colore, ma se ne potrebbero fare altri, avrebbero sicuramente un maggiore respiro ed una maggiore efficacia degli attuali..
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...che libidine avere comprato due paia di LEVIS a 20euro l'uno!!!!claudio vda wrote:In attesa di sfondare quota 1,50 contro il dollaroSpinoza wrote:E poi un'entrata della Danimarca, che vi ricordo non e' affatto vincolata da Maastricht ad adottarlo, farebbe sicuramente da traino per la Svezia, che invece e' obbligata ma finora ha sempre rimandato alle calende greche.![]()
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- claudio vda
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Re: Danimarca nell'Euro?!?!
Bene, mi ci voleva EBT per trovare un altro sostenitore della RFE!ART wrote:Condivido al 100% quello che dici: io alla "Repubblica Federale Europea" ci penso eccome
Sono contentissmo di aver trovato un altro come me
E' vero che non ho fatto molte ricerceh in merito, ma in effetti non mi sembra di aver sentito molti parlamentari sostenere idee di questo tipo, e si' che di idee in circolazione ce ne sarebbero di tutti i tipi; per quanto riguarda le elezioni europee poi, vedo che alcuni europarlamentari si occupano di fare il lavoro per il quale son stati votati, mentre altri confondono Strasburgo per un parcheggio in attesa di tornare alla Vera Politica, quella prettamente nazionale, il che e' di una tristezza infinita.ART wrote: anche se lorsignori onorevoli fanno di tutto per evitare di aprire dibattiti seri su questo argomento fondamentale per il nostro avvenire (guarda ad esempio cosa succede alle elezioni europee...)
Comunque una cosa di cui sono abbastanza certo e' che l'attuale strutturazione comunitaria mi lascia assolutamente insoddisfatto, con l'interesse nazionale che predomina su tutto, l'esempio delle signorie non l'ho scelto a caso: se la Francia, l'Italia, l'Austria ecc sono tutti paesi a inquadramento democratico, non dovrebbero avere alcun timore nel fondere i propri poteri, perche' non ci sara' nessun oppressore straniero che ci porta via le nostre liberta' ed i nostri diritti, cosi' come la Toscana e la Puglia non sono interessate a muoversi guerra l'un l'altra.
En attendent... che venga la Danimarca!
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Re: Danimarca nell'Euro?!?!
Siamo molti più di quanto immagini, caro caludio vda http://forum.eurobilltracker.eu/viewtopic.php?t=4672claudio vda wrote: Bene, mi ci voleva EBT per trovare un altro sostenitore della RFE!
Sono contentissmo di aver trovato un altro come me
Il resto te lo dico in privato per non spammare.
Last edited by ART on Fri Nov 23, 2007 9:15 pm, edited 2 times in total.
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Re: Danimarca nell'Euro?!?!
Si, purtroppo sono una piccola parte quelli s'impegnano davvero perchè hanno capito cosa rischiamo se continua a marcare in questo modo. Ci sono, anche se si vedono in pubblico raramente, ma sono troppo pochi per ora.claudio vda wrote:E' vero che non ho fatto molte ricerceh in merito, ma in effetti non mi sembra di aver sentito molti parlamentari sostenere idee di questo tipo, e si' che di idee in circolazione ce ne sarebbero di tutti i tipi; per quanto riguarda le elezioni europee poi, vedo che alcuni europarlamentari si occupano di fare il lavoro per il quale son stati votati, mentre altri confondono Strasburgo per un parcheggio in attesa di tornare alla Vera Politica, quella prettamente nazionale, il che e' di una tristezza infinita.
Altro non posso fare che quotare al 100%claudio vda wrote:Comunque una cosa di cui sono abbastanza certo e' che l'attuale strutturazione comunitaria mi lascia assolutamente insoddisfatto, con l'interesse nazionale che predomina su tutto, l'esempio delle signorie non l'ho scelto a caso: se la Francia, l'Italia, l'Austria ecc sono tutti paesi a inquadramento democratico, non dovrebbero avere alcun timore nel fondere i propri poteri, perche' non ci sara' nessun oppressore straniero che ci porta via le nostre liberta' ed i nostri diritti, cosi' come la Toscana e la Puglia non sono interessate a muoversi guerra l'un l'altra.
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